Anche le società Get Network Srl e Criga S.C.aR.L., hanno offerto il proprio contributo su alcune tematiche all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in vista della riforma del sistema retail
Anche le società Get Network Srl e Criga S.C.aR.L., hanno offerto il proprio contributo su alcune tematiche all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in vista della riforma del sistema retail di raccolta del gioco pubblico.
Anche in considerazione della difficile situazione in cui si trovano gli operatori, in vista della riforma del settore, si chiede di prevedere una proroga (non onerosa) delle concessioni per il settore del gioco offline almeno fino al 31 dicembre 2024 con l’inserimento, nei successivi bandi di gara, di parametri economici e tecnici che rendano sostenibile la partecipazione non solo ai grandi players di mercato (ad esempio, per quanto riguarda il numero di apparecchi da distribuire sul territorio e l’onere dei relativi diritti).
In vista dei nuovi bandi, si ritiene inoltre necessaria una regolamentazione uniforme su tutto il territorio con precisazione di orari di gestione degli apparecchi numero e distanze da luoghi sensibili (che andrebbero meglio chiariti e semplificati, con divisione in aree in base a densità di popolazione ed anche in funzione delle diverse caratteristiche e peculiarità delle Regioni, ad esempio con diversificazione di orari nelle zone e nei i periodi dell’anno con maggiore afflusso di turisti. Per quanto riguarda il tema delle concessioni in corso si chiede un intervento immediato da applicare fino al termine delle stesse, volto alla garanzia ed efficacia del principio di non retroattività sancito già dalla conferenza stato regioni del 2017 che ora invece è disatteso e disapplicato in molte Regioni e Comuni a causa delle disposizioni normative relative al distanziometro, agli orari, ecc. fino al termine delle stesse.
Le AWP, tra le varie tipologie di giochi pubblici, sono sicuramente quelle che creano meno dipendenza in quanto si tratta di apparecchi con prevalenza della componente intrattenimento (con costo della partita massimo di 1 euro e vincita massima di 100 euro). Qualora si decidesse di concentrare il gioco nelle sale specializzate, escludendole da bar e locali generalisti (fatti salvi quelli muniti di apposite salette con accesso controllato), non solo fallirebbero migliaia di PMI italiane dedicate alla gestione delle slot nei bar e degli stessi locali (con conseguenti perdite occupazionali) e si ridurrebbero drasticamente le entrate erariali, ma si andrebbe a “ghettizzare” ulteriormente il gioco nelle sale periferiche, attraendo maggiormente i giocatori problematici (che non cercano visibilità nei locali dove si trova una maggiore “socialità” dovuta alla presenza di pubblico diversificato e destinatario di diversi servizi).
Si potrebbero prevedere, soluzioni tecniche utili a migliorare ulteriormente l’intrattenimento (allungando il tempo della partita, riducendo la giocata massima a 50 cent etc o la vincita massima a 50 euro) e perfezionare i sistemi di controllo da remoto (in previsione dell’avvento delle nuove AWPR) oppure consentire l’attivazione degli apparecchi con apposite tessere nella disponibilità degli esercenti.
Si propone quindi, in luogo della loro drastica riduzione annunciata nei locali pubblici (con i conseguenti rischi già comprovati di riemersione dell’illegalità) una revisione dei parametri di contingentamento delle AWP nei locali, stabilendo una superficie minima e massima di spazi ove collocarle (escludendo quelli con superficie minime e questo varrebbe anche per le rivendite “micro” di tabacchi), individuando anche nuovi criteri di distanziamento dai luoghi sensibili (riducendolo a non oltre 100/200 metri per esempio da scuole ed ospedali) ed innalzando l’età minima per accedere al gioco pubblico a 21 anni.
Per contrastare il rischio di patologie da gioco d’azzardo, si propone inoltre, in vista dei nuovi bandi, di ridurre il n. delle VLT e delle sale per Provincia (a non più di 20.000/25.000 diritti da collocare in non oltre tenuto conto che l’incremento del fenomeno della ludopatia si è mostrato negli anni immediatamente successivi alla introduzione nel mercato di questi apparecchi (molto più performanti, con possibilità di introduzione di banconote e di perdita di svariate migliaia di euro in pochi minuti). Basterebbero 25.000/30.000 VLT sul territorio (invece delle attuali 58.000) collocabili in max 2.000/2.500 sale dedicate.
Con la riforma del settore del gioco si auspica una risoluzione definitiva della problematica relativa ai rapporti tra operatori del comparto del gioco pubblico e Istituti bancari che molto spesso, per questioni definite etiche”, procedono in via unilaterale al recesso dai contratti di conto corrente con le aziende del settore oppure rifiutano l’apertura di conti correnti a tali soggetti e la concessione di linee creditizie (comprese quelle previste dai decreti di sostegno alle imprese). Tutto ciò provoca negli addetti al comparto – soprattutto ai più piccoli – forti difficoltà di tipo economico, legate anche agli adempimenti di legge a cui il settore deve provvedere nonostante la crisi legata all’emergenza da Covid-19.
Negli ultimi anni sono state continue misure sempre più penalizzanti per il comparto: l’aumento costante e progressivo della tassazione, regolamentazioni regionali sempre più restrittive, con particolare riferimento all’offerta di gioco mediante apparecchi, hanno ridotto la marginalità degli operatori tanto da rendere non più sostenibili i loro equilibri economici. Il settore è stato poi ancora di più messo a dura prova dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Di conseguenza, si ritiene necessario prevedere un blocco ad eventuali ulteriori aumenti della tassazione (se non una temporanea riduzione del PREU alle percentuali ante 2019) che possa consentire alle imprese, soprattutto alle PMI rappresentate da Criga e Get Network, di tornare a poter operare in maniera sostenibile.
Allo stesso tempo sarebbe necessario introdurre, anche per questa tipologia di gioco, in previsione dei futuri bandi, la tassazione sul margine – prevedendo aliquote sostenibili per gli operatori (massimo al 40/50% del residuo della raccolta) così come avvenuto per le scommesse sportive con la Legge di Bilancio 2016 (Legge n. 208/2015).
PressGiochi
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