Svolta per certi versi clamorosa per Crown Resorts, il più grande operatore land-based australiano. The Blackstone Group, che detiene la leadership mondiale nel campo dei private equity, ha manifestato l’intenzione
Svolta per certi versi clamorosa per Crown Resorts, il più grande operatore land-based australiano. The Blackstone Group, che detiene la leadership mondiale nel campo dei private equity, ha manifestato l’intenzione di acquistarne per intero il pacchetto azionario per AU $ 8 miliardi ($ 6,18 miliardi). Una cifra che scaturisce da prezzo indicativo di AU $ 11,85 per azione, che rappresenta un premio del 19% rispetto al prezzo medio ponderato in base al volume delle azioni Crown al rilascio dei risultati del primo semestre per l’anno finanziario 2021.
L’offerta di Blackstone, che detiene attualmente circa il 10% delle azioni di Crown Resorts, acquisite nel 2020 da Melco Resorts and Entertainment, dovrebbe portare a conclusione definitiva la vicenda del magnate James Parker, fondatore e maggiore azionista del gruppo, che negli ultimi anni ha dovuto affrontare vicissitudini drammatiche.
Per Parker i guai cominciarono nel 2016, con l’ arresto di 19 dipendenti di Crown in Cina per presunta violazione delle leggi cinesi contro la promozione del gioco d’azzardo. Un anno dopo Packer ha rivelato i suoi gravi problemi di salute mentale ed è stato fotografato mentre si trovava in una clinica privata negli Stati Uniti.
Gli arresti in Cina, insieme al giro di vite del presidente Xi Jinping sul movimento di capitali fuori dalla Cina, hanno colpito duramente i ricavi di Crown, che poi hanno subito un altro durissimo colpo dalla pandemia Covid-19.
Packer, che nel 2018 rassegnò le dimissioni da presidente esecutivo di Crown Resort, nel 2019 ha ridotto la sua esposizione in Crown accettando di vendere quasi il 20% della sua quota del 46% a Melco Resorts (che più tardi ne avrebbe trasferito la metà a Blackstone). L’operazione da $ 1,76 miliardi ha valutato le azioni di Crown a $ 13,00.
L’8 agosto 2019, l’autorità di regolamentazione del gioco nello stato del New South Wales (NSW), l’Independent Liquor and Gaming Authority (ILGA), ha annunciato che stava conducendo un’indagine su questo accordo, in quanto Lawrence Ho, CEO di Melco, era stato fino al 28 giugno 2019 amministratore di una società con la quale a Crown non poteva associarsi.
Nel dicembre 2020, in conseguenza a tali indagini, Crown Sydney ha ottenuto soltanto una licenza temporanea, valida fino al 30 aprile 2021, per gli alcolici e ha aperto i suoi alloggi, ristoranti e bar, in attesa delle conclusioni del tribunale previste all’inizio di febbraio, senza poter aprire sale da gioco e/o attività di gioco associate.
Dette conclusioni della Corte Suprema sono state però negative per Crown Limited, che è stata considerata “inadatta” ad operare nello stato del NSW senza significativi cambiamenti operativi e gestionali, affidando comunque all’ILGA l’ultima parola. Ma il rapporto ILGA non ha fatto altro che rafforzare gli assunti della Corte, sospendendo a tempo indeterminato il debutto delle operazioni di gioco di Crown a Sydney.
Le accuse mosse alla Crown erano piuttosto pesanti: riciclaggio di denaro nei siti Crown Perth e Crown Melbourne, utilizzando una società di comodo, la Riverbank Investments Pty Ltd, e un’altra società chiamata Southbank; il legame con la criminalità organizzata dei junket di Crown Resort che portavano i giocatori high rollers nei propri casino australiani.
In definitiva, con un futuro ancora molto incerto, Crown Resort ha cominciato a darsi una ripulita allontanando diversi membri del CdA e ristrutturando le proprie operazioni. Ma non è detto che questo basti per garantirle la piena ripresa delle attività.
Ecco allora che l’offerta di Blackstone, per quanto non all’altezza del valore potenziale di Crown Resorts, può essere la migliore disponibile. L’offerta di Blackstone, tra l’altro, è soggetta a una serie di condizioni, tra cui due diligence, organizzazione del finanziamento del debito, sostegno unanime del consiglio di amministrazione di Crown e impegno da parte di tutti i direttori di Crown a sostenere la proposta.
Voci non verificate parlano di un interessamento anche da parte di Wynn Resorts e del competitor di Crown in Australia, The Star Entertainment Group. L’intervento di quest’ultima, però, richiederebbe l’approvazione della Australian Competition and Consumer Commission in quanto porterebbe l’Australia ad avere un solo grande operatore di casino.
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