Rovigo: decreto di sospensione per tre sale slot aperte negli orari proibiti Emilia Romagna. Sapar presenta ricorso contro entrata in vigore della legge sul gioco d’azzardo Esito favorevole per il
Esito favorevole per il Comune di Rovigo al Consiglio di Stato sulla questione slot machine. Nella giornata di giovedì 31 agosto, l’avvocato del Comune di Rovigo Ferruccio Lembo, a Roma, ha discusso al Consiglio di Stato il ricorso proposto dalla Bingo Star Srl, che ha sede in zona Fattoria, dopo la sentenza di primo grado che aveva dato ragione, in primo grado, al Comune di Rovigo riconoscendo la piena legittimità della ordinanza con la quale il Comune di Rovigo aveva limitato gli orari di possibile funzionamento delle macchinette per il gioco elettronico sia nelle sale slot che nei locali destinati alla somministrazione ma che ospitano anche macchinette.
Con la ordinanza, il primo cittadino aveva deciso che nel periodo dal 1° ottobre al 15 giugno il periodo di esercizio delle slot andasse dalle 14.30 alle 22.30, mentre quello dal 16 giugno al 30 settembre andasse dal 15.30 alle 22.30. Una vistosa riduzione su quella originaria. Questo con riferimento alle sale che svolgevano esclusivamente servizio vlt, mentre per quegli esercizi di somministrazione con apparecchi per il gioco elettronico questi potesse essere accesi dalle 10.30 alle 13 e dalle 17 alle 22.30. Una decisione che era stata impugnata di fronte al Tar. I giudici amministrativi di Venezia avevano però accolto in pieno la tesi del Comune di Rovigo, ossia la necessità di tutelare in primo luogo la salute pubblica, alla luce degli ormai noti effetti del gioco d’azzardo in termini di dipendenza.
“I dati forniti dalla Ulss di Rovigo – avevano scritto i giudici di primo grado – prodotti in corso di causa e/o esposti dall’Ente civico nella memoria conclusiva, evidenziano che la crescita del fenomeno della ludopatia ha riguardato anche l’ambito territoriale considerato, risultando dagli atti che presso l’Ulss 18, nel cui distretto ricade il Comune intimato, il numero delle persone affette da disturbi del gioco d’azzardo prese in carico dall’ambulatorio della Ulss a ciò specificamente dedicato è notevolmente aumentato negli ultimi anni, passando da 42 nel 2013 a 82 nel 2016”.
“E’ verosimile ritenere che il numero reale delle persone affette da questa patologia sia ancora maggiore, atteso che una parte significativa del fenomeno resta sommerso in quanto molti soggetti ludopatici, poiché provano vergogna o perché sottovalutano la propria patologia o per altre ragioni, non si rivolgono alle strutture sanitarie”.
“La riduzione degli orari di apertura delle sale pubbliche da gioco è, in altre, parole, solo una delle molteplici misure che le autorità pubbliche possono mettere in campo per combattere il fenomeno della ludopatia, che ha radici complesse e rispetto al quale non esistono soluzioni di sicuro effetto”.
“Priva di pregio è, infine, la doglianza con cui si lamenta la disparità di trattamento rispetto a discipline più favorevoli (per i gestori) adottate da Comuni limitrofi, atteso che i provvedimenti municipali esplicano la loro efficacia solo nei rispettivi territori e che, pur essendo auspicabile una regolamentazioni uniforme della disciplina degli orari di apertura delle strutture in cui si esercita l’attività di gioco o scommessa da parte dei Comuni limitrofi, allo stato, non sussiste alcun obbligo in questo senso, potendo ogni Comune provvedere autonomamente”.
Contro questa decisione era stato proposto ricorso in Appello da parte della Bingo Star, che aveva domandato anche la sospensiva. Ossia aveva chiesto che, nel periodo necessario ai giudici per arrivare a una decisione di merito, venisse sospesa l’efficacia del provvedimento impugnato. Una richiesta bocciata dai giudici di Roma. Ora, si attende la decisione nel merito.
PressGiochi
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