24 Novembre 2024 - 05:03

Legge Europea 2015. Respinti emendamenti Ln e M5S su tassazione vincite e preu slot

L’Assemblea del Senato ha proseguito ieri l’esame congiunto del ddl recante Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2015. La legge, nel testo proposto

05 Maggio 2016

L’Assemblea del Senato ha proseguito ieri l’esame congiunto del ddl recante Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2015. La legge, nel testo proposto dalla Commissione, è composta da 38 articoli suddivisi in 9 capi.

Sono stati approvati senza modifiche numerosi articoli tra cui anche quello sulle vincite da gioco realizzate all’estero, che non concorrono a formare reddito. Respinti invece tutti gli emendamenti sui giochi.

Sia quelli del M5S che chiedeva che “I premi e le vincite che siano state conseguite in case da gioco autorizzate in Italia o in altri Stati membri dell’Unione europea o nello Spazio economico europeo, costituiscono reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo ai imposta, senza alcuna deduzione, fatta salva l’applicazione delle Convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni, ove esistenti”, sia quello della Lega Nord che prevedeva che “gli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo, valutati in euro 3,96 milioni per l’anno 2017 e 2,32 milioni a decorrere dall’anno 2018, si provvede mediante corrispondente aumento della misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera a) e lettera b) del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773”.

Respinto anche l’odg Endrizzi che cercava di impegnare il Governo a promuovere una modifica della disciplina fiscale sulle vincite da gioco in modo che sia quelle conseguite sul territorio nazionale che quelle sul territorio di altri Stati membri costituiscano reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo di imposta.

 

Ad intervenire in Aula, il senatore Endrizzi che ha crticato le scelte in materia di giochi del Governo Renzi: “Sappiamo tutti che l’azzardo on line è diventato la frontiera della criminalità. Abbiamo segnalazioni del fatto che oggi sia possibile fare pagamenti e transazioni criminali mascherandoli come perdite da gioco d’azzardo, ovviamente concordate. La tassazione è bassissima e quindi praticamente costa meno di un money transfert. A gennaio, come pure lo scorso anno, abbiamo visto che alcune indagini hanno portato ad 11 arresti in una inchiesta svoltasi qui a Roma che ha riportato poi ai casalesi e ad un boss ‘ndranghetista che operava da Ravenna. A marzo, di nuovo, ci sono stati 18 arresti, a seguito di una indagine condotta dalla DIA di Salerno, di persone riferibili ad un clan camorristico.

Allora, se le vincite sono reddito da dichiarare si ha tracciabilità, altrimenti si aiutano le mafie. Dal Governo sono arrivate giustificazioni ipocrite: è stata addotta l’infrazione del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Ma tale Trattato vieta unicamente che vi sia disparità di trattamento: non puoi tassare le vincite all’estero se non tassi quelle italiane. Ebbene, un Governo dell’Unione europea che sia rispettabile tassa tutti, protegge i cittadini e contrasta le mafie. Il Governo Renzi-Verdini, invece, difende le lobby, che siano del petrolio – come abbiamo visto a Potenza – o dell’azzardo cambia poco, e rinuncia di fronte alle mafie.

Un’altra ipocrisia emerge poi dal sottosegretario Gozi che poco fa ha detto che questo Governo guadagna soldi, non li perde. Ma questi cosa sono? Nel momento in cui il Governo anziché tassare tutti, esenta tutti perde gettito fiscale. Si tratta di tasse virtuose, peraltro, che farebbero del bene all’Italia; tasse che potrebbero essere “scaricate” alle imprese che soffrono perché miliardi vanno a finire alle multinazionali dell’azzardo anziché essere spesi dagli italiani nei consumi interni.

Che dire, poi, dei 50 milioni promessi dal PD per la cura e la prevenzione delle patologie derivanti da gioco d’azzardo, già nella legge di stabilità dell’anno scorso. Erano poche briciole, sottratte peraltro al bilancio sanitario, ma non si sa che fine abbiano fatto.

Il Governo dica da che parte sta. Domani, alla Conferenza Stato-Regioni, volete mettere la museruola ai sindaci e alle Regioni no slot, alcune delle quali sono rette da Giunte di sinistra, se ancora si può usare questo termine. Domani, in quest’Aula non si lavora perché molti colleghi vanno a fare campagna elettorale in quei territori e magari vanno a promuovere programmi elettorali contro il gioco d’azzardo per poi venire qui a Roma e tradire quelle promesse”.

 

“Signor Presidente, sarò molto sintetico. L’articolo 7, insieme ai precedenti, da un po’ l’idea di quello che stiamo discutendo in termini di Europa. Tale articolo, infatti, prevede che le vincite corrisposte da case da gioco autorizzate in Italia o negli altri Stati dell’Unione europea o nello spazio economico europeo non concorrano a formare il reddito. Punto”.

“Come prevede il Governo di reperire la copertura economica alla disposizione che non tassa le vincite nelle case da gioco? – lo chiede il senatore della Lega candiani che aveva presentato l’emendamento per reperire i fondi attraverso un aumento del preu dei giochi – Il comma 3 prevede la copertura degli oneri derivanti dall’attuazione dell’articolo mediante destinazione di quota parte delle maggiori entrate derivanti dall’applicazione della disposizione recante l’innalzamento dell’IVA per i preparati per risotto dal 4 al 10 per cento. Signori del Governo, aumentate l’IVA sui preparati per risotto dal 4 al 10 per cento per coprire la mancata tassazione del gioco d’azzardo; ma non vi sentite ridicoli in questa circostanza?  Dovreste quanto meno scomparire- conclude –  sotto la poltrona per il ridicolo, mentre siete qui a proporre la misura come uno dei cardini della legge europea 2015. Fate vobis, noi siamo contrari”.

 

Di seguito il testo dell’art. 7 approvato dall’Aula:

(Disposizioni in materia di tassazione delle vincite da gioco. Esecuzione della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea 22 ottobre 2014 nelle cause riunite C-344/13 e C-367/13. Caso EU Pilot 5571/13/TAXU)

1. All’articolo 69 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, il comma 1 è sostituito dai seguenti:

«1. Fatte salve le disposizioni di cui al comma 1-bis, i premi e le vincite di cui alla lettera d) del comma 1 dell’articolo 67 costituiscono reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo di imposta, senza alcuna deduzione.

1-bis. Le vincite corrisposte da case da gioco autorizzate nello Stato o negli altri Stati membri dell’Unione europea o nello Spazio economico europeo non concorrono a formare il reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo di imposta».

2. Il settimo comma dell’articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, è abrogato.

3. Agli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo, valutati in euro 3,96 milioni per l’anno 2017 e 2,32 milioni a decorrere dall’anno 2018, si provvede con quota parte delle maggiori entrate derivanti dall’applicazione della disposizione recata dall’articolo 16.

4. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

PressGiochi

 

Cociancich (Pd): “La legge europea interviene sulla tassazione dei vincitori non sulle case da gioco”

 

Legge europea 2015. Fattori (M5S): “Tassiamo il gioco ma non si pensa affatto alla ludopatia”

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