Ben 268 pagine fitte di testo, cifre e grafici per dare le indicazioni su come il gioco d’azzardo dev’essere regolamentato nei prossimi anni nel Regno Unito. È il White Paper
Ben 268 pagine fitte di testo, cifre e grafici per dare le indicazioni su come il gioco d’azzardo dev’essere regolamentato nei prossimi anni nel Regno Unito.
È il White Paper sul gioco elaborato dal ministero per Cultura, media e sport, insieme alla Gambling Commission, l’authority che dal 2005 vigila su questo settore in UK. Si tratta di un programma che verrà adesso discusso dal Parlamento britannico perché ne ricavi una normativa adeguata ai tempi. Il titolo del corposo documento, infatti, è “Una posta in gioco elevata: la riforma del gioco nell’era digitale”.
Le novità che prevede sono tante e tutte in una direzione: maggiore protezione del giocatore e obblighi più stringenti per gli operatori. Un po’ una rivoluzione se si considera che la Gran Bretagna è sempre stata la bandiera del liberismo anche in questo settore ed è stata vista come un esempio di mercato del gioco capace di autoregolamentarsi.
Già da prima della pandemia, però, un cambio al vertice dell’authority aveva fatto capire che l’aria stava cambiando: nel corso di ICE 2020, la più importante manifestazione europea nel settore del gioco d’azzardo prima di Brexit, il nuovo ceo della Gambling Commission, Neil McArthur, disse letteralmente: “Che un regolatore possa collaborare con gli operatori del gioco è un’idea molto discutibile”.
Non era una dichiarazione di guerra ma qualcosa di simile a un avviso di garanzia. Da allora, sono passati ben tre Governi (un’anomalia per quel Paese), si è realizzato il divorzio dall’Unione europea, con le prevedibili conseguenze economiche che si sono aggiunte a quelle della pandemia, e finalmente è venuto fuori il manifesto del nuovo corso che i politici britannici hanno scelto.
Come si realizza concretamente questa maggiore severità?
Per prima cosa, con un limite alle perdite che vengono consentite a un giocatore. Se una persona arriva a perdere più di 1.000 sterline in 24 ore o più di 2mila in tre mesi, l’operatore ha l’obbligo di verificare che si tratta di cifre alla sua portata.
Sono previsti nuovi limiti anche per le puntate alle slot machine: tra le due e le 15 sterline per ogni partita.
Agli operatori di gioco viene anche imposto di finanziare le attività definite Ret (Ricerca, educazione e cura) per riparare i danni derivati da gioco d’azzardo.
La novità più appariscente è forse quella dell’ombudsman, una sorta di garante del giocatore. Si tratta di una figura che gli anglosassoni hanno introdotto già da tempo nel settore bancario e da qualche tempo è presente anche nelle banche italiane. A lui si potranno rivolgere i giocatori che non riescono a risolvere pacificamente una controversia con l’operatore di gioco. Il libro bianco specifica che inizialmente gli operatori non saranno obbligati a introdurre l’ombudsman. Ma se non aderiranno all’invito, allora il ministero provvederà a predisporre una norma che lo renderà obbligatorio.
Ma se l’ambizioso titolo di questo libro bianco preannuncia “la riforma del gioco nell’era digitale”, non possono mancare le norme che si riferiscono al gioco online e, sempre per rimanere nell’ambito del digitale, ai pagamenti elettronici anche per il gioco fisico, cosiddetto land based.
Nel mirino, i pagamenti contactless, per i quali il ministero avvierà una consultazione per verificare i rischi che comportano. Inoltre, prevede un divieto rivolto agli istituti di pagamento elettronico, quindi le banche ma anche le società che rilasciano carte di pagamento, che dovranno negare le transazioni a favore di società che gestiscono gioco onine senza la licenza britannica.
Quest’ultimo provvedimento sembra il più velleitario per le difficoltà tecniche che potrà comportare la sua applicazione. Anche in Italia era stato previsto un divieto del genere che però non è mai stato applicato proprio perché è praticamente impossibile per una società che gestisce transazioni a distanza individuare chi gestisce i pagamenti di un sito di gioco e inserirlo in una black list, senza rischiare di coinvolgere attività che non hanno nulla a che fare con il gioco d’azzardo.
Naturalmente, le circa 260 pagine di questo white paper non contengono solo una lista infinita di divieti.
La prima parte contiene un rapporto molto dettagliato sul fenomeno del gioco in tutto il Paese, riportando il numero e le caratteristiche di chi gioca e, naturalmente, la diffusione del gioco d’azzardo patologico.
Tra le tabelle, quella che riporta la distribuzione delle puntate alle slot online distinte per entità della puntata e con l’indicazione delle percentuali di vincita e di perdita. In pratica, più soldi si puntano, più si rischia la dipendenza.
Il white paper riporta le norme che sono state introdotte di recente, come l’obbligo di analizzare il comportamento dei giocatori online utilizzando un criterio che prevede sette indicatori di rischio. Naturalmente, dopo avere individuato i comportamenti a rischio, è previsto anche l’obbligo di mettere in atto delle misure di protezione del giocatore.
Per rigore informativo, la pubblicazione riporta anche i dati della Gambling Commission secondo i quali l’introduzione delle famigerate fobt, non ha prodotto alcun aumento di giocatori patologici. Queste macchine hanno provocato un intenso dibattito politico perché si tratta di macchine self service che oltre alle scommesse permettono di puntare denaro su parecchi giochi. Dopo l’allarme provocato nell’opinione pubblica, è stato introdotto un limite alla puntata.
Giampiero Moncada – PressGiochi
Fonte immagine: Churchil-statue-Parliament-Square_by_Laurence-Norah
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